Keep Sweet: Pregare e obbedire, l’incubo che vietava il rosso

di Martina Da Ros

L’8 giugno 2022 è uscito sulla piattaforma Netflix un documentario in quattro episodi che riporta le condizioni di vita delle persone all’interno della comunità fondamentalista mormona, nota con il nome di FLDS (Fundamentalist Church of Jesus Christ of Latter-Day Saints), servendosi di interviste soprattutto a donne sopravvissute e a giornalisti o avvocati che si sono interessati al caso nei primi anni duemila. Si intitola Keep Sweet: Pray and Obey, è stato prodotto di recente ma la faccenda in effetti non è affatto nuova, basti pensare che il leader degli FLDS è stato condannato a 5 anni di prigione già nel 2007 per complicità di sturpo, diventati poi un ergastolo, ma andiamo con ordine.

Chi sono i Mormoni e chi sono i FLDS?

Il mormonismo è nato con Joseph Smith che disse, nel 1830, di aver ricevuto per rivelazione la storia del profeta Mormon. Dal 1982 Il Libro di Mormon si stampa anche il sottotitolo “un altro vangelo di Gesù”, per sottolineare la sua origine divina.
I mormoni, conosciuti anche con l’acronimo LDS che sta per “Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni” sono circa 15 milioni di fedeli nel mondo. Nonostante si professino cristiani, le altre confessioni cristiani non li ritengono tali per la mancanza di adesione al dogma del trinitarianesimo, l’accettazione di alcune scritture non canoniche e la reinterpretazione complessiva del cristianesimo.

Di fatto la differenza sostanziale con i fondamentalisti riguarda la poligamia e lo stile di vita molto più conservatore, tanto che le varie comunità fondamentaliste, di cui la più nota è stata quella di Short Creek Community, si trovano in luoghi isolati, piuttosto sperduti e talvolta anche autogestiti.

Un video che vi consigliamo per capire di più (anche se non del tutto) alcuni precetti mormoni

Short Creek Community che è anche Colorado City che è anche Hilldale

Il villaggio di Short Creek Community venne fondato in Arizona, al confine con lo Utah, nel 1915 e già nel 1930 vi si stabilirono i fondamentalisti mormoni che volevano continuare la pratica della poligamia, già illegale negli Stati Uniti e ripudiata dai mormoni nel 1890. Nel 1953 vi fu un raid organizzato dall’allora governatore dell’Arizona, John Howard Pyle, contro la comunità per arrestare i poligami ma pochi anni dopo i fondamentalisti riaffermarono la loro esistenza e continuarono la pratica della poligamia, nello stesso luogo, cambiando il nome in Colorado City nonostante all’interno si continuasse a chiamare la zona Short Creek .
Al momento, dopo i vari scandali, il villaggio è stato diviso in due città gemelle, Hildale (Utah) e Colorado City (Arizona) dove in totale risiedono circa 7.700 persone e si stima che la maggior parte degli uomini appartenenti alla comunità abbia almeno tre mogli. Dal momento che circa l’85% degli abitanti discende dai due fondatori, Joseph Smith Bissop e John Barlow e nei decenni vi è stato poco ricambio genetico, è diffusa una malattia genetica, chiamato deficit di fumarasi, rarissima nel resto del mondo, che comporta ritardi psicomotori, malformazioni e morte precoce.
Va inoltre specificato che, come spiega il documentario, nel periodo dello scandalo, tutto ciò che accadeva a Colorado City/Short Creek era controllato dalla FLDS. I poliziotti stessi erano parte dell’organizzazione, rendendo impossibile, come vedremo, denunciare degli abusi.

Rulon Jeff e l’inizio della catastrofe

Rulon Jeff nacque in una famiglia mormona nel 1909 ma si avvicinò al fondamentalismo solo nel 1938, quando adottò gli insegnamenti fondamentalisti e iniziò a sposare più donne in segreto. Nel 1986 divenne leader dei fondamentalisti di Short Creek e il documentario Netflix inizia a raccontare la storia recente della comunità a partire dal suo matrimonio con Rebecca Musser (nata Wall). Al momento dell’unione lei aveva diciannove anni e lui ottantacinque.
Con la testimonianza di Musser inizia il racconto con tanto di reperti fotografici di come fosse la vita all’interno della comunità: abbigliamento coprente, pochissima e dogmatica scolarizzazione, divieto di lavorare fuori dalla comunità e preghiera continua con il monito per le donne di essere sempre dolci e gentili, tutto condito dal costante avvertimento che la fine del mondo, con conseguente giudizio divino, era in procinto di arrivare. A seconda della loro potenza nella comunità, gli uomini avevano più mogli e consegnavano le figlie, in un’età compresa tra i diciassette e i vent’anni, al leader che, su ispirazione divina, decideva con chi dovessero sposarsi.
Musser racconta anche di essere, come sua sorella Elissa Wall, figlia della seconda moglie di suo padre, che si tormentava perché aveva solo due mogli e pensava quindi di non essere abbastanza considerato nella comunità.
Nel caso di Musser, quando aveva diciannove anni, Jeff capì che lei doveva essere una delle sue mogli (ne aveva già una cinquantina abbondante) e, in cambio, concedette al padre di lei la terza moglie.
Le mogli erano meri strumenti di procreazione e scambio di favori, non avevano diritto di scelta nemmeno sulle questioni romantiche interne alla coppia e vivevano così in uno stato perenne di succubanza e violenza.
Alla sua morte, nel 2002, Rulon Jeff aveva sessantatré mogli e sessanta figli.


La catastrofe

Ed ecco la svolta (in negativo, come se non fosse già abbastanza): uno dei figli di Rulon Jeff, Warren Jeff, si impose come leader grazie alle sue doti carismatiche e alla sua spiccata perseveranza nel seguire la disciplina ferrea. Subito si occupò di sistemare le mogli di suo padre perché era preferibile che una donna non restasse mai da sola, nemmeno in caso di vedovanza, tanto che chiese alle sessantatré donne di fingere che il padre fosse ancora vivo, in un’altra stanza. Dopo averne sposate alcune, sistemò le rimanenti con altri uomini ma Rebecca Musser riuscì a scappare prima che le venisse assegnato un nuovo marito e viaggiò in Oregon per raggiungere uno dei suoi fratelli, anche lui fuggito dalla comunità.
Jeff vietò le stampe e il colore rosso, in quanto troppo audace e seduttivo. Diffuse regole su come le donne dovevano acconciare i capelli, impose una biancheria intima femminile e maniche e pantaloni lunghi e iniziò a celebrare matrimoni tra ragazze minorenni e uomini più grandi, tra cui quello tra la quattordicenne Elissa Wall, sorella di Rebecca, e suo cugino di primo grado, ventenne.
Nel frattempo però la comunità aveva attirato l’attenzione, a causa della fuoriuscita di una notizia di una ragazza diciassettenne già alla sua seconda gravidanza e Jeff si accorse, soprattutto dopo l’arresto del marito della ragazza, che la situazione stava iniziando a precipitare. Dopo essersi incaricato di allontanare gli uomini che secondo lui erano traditori, togliendo loro mogli e riassegnando i figli, scappò a Eldorado, Texas, sostenendo che Dio l’avesse incaricato di costruire un tempio per accedere a Zion, il nome del Paradiso. In questa “modesta” tenuta da 360 ettari, Jeff fece arrivare alcune donne e molti bambini, prelevati dalle madri senza consenso, che lavoravano tutti per l’autosufficienza alimentare ed energetica della tenuta.
Intanto, anche Elissa Wall, dopo una serie di violenze sessuali e aborti spontanei connessi agli abusi, riuscì a fuggire e, su spinta della sorella, denunciò l’accaduto, riuscendo a far condannare Jeff a cinque anni di prigione per complicità in uno stupro.
Ora arriva però la parte turbolenta: il 29 marzo 2008 la polizia texana ricevette una chiamata da parte di una sedicenne che denunciava di essere una vittima di violenza fisica e psicologica all’interno della tenuta. La telefonata si rivelò in seguito falsa ma aveva ormai fatto partire un’indagine che portò l’allora giudice Barbara Walther a rimuovere tutti i bambini dalla tenuta. Quando la polizia e gli assistenti sociali andarono a prenderli, non si aspettavano di trovare ben 426 minori e l’immagine delle donne morigerate e ingenue che trattenevano i bambini dall’essere portati via dalla polizia, scatenò insofferenza nell’opinione pubblica che tra manifestazioni, talk show e interviste televisive alle madri in lacrime che dichiaravano di non aver mai visto minorenni sposate, portò la giudice a riassegnare i bambini alla tenuta.

Anche Oprah WInfrey si interressò al caso mediatico e incontrò i bambini della tenuta un anno dopo la retata


Gli investigatori e la polizia si avvalsero quindi dell’aiuto delle sorelle Wall, soprattutto di Rebecca che, avendo vissuto con Rulon Jeff, aveva un’idea di come potessero essere archiviati i registri dei matrimoni. Trovarono non solo i documenti cartacei di Warren Jeff che affermavano di aver assegnato minorenni a uomini più grandi, ma anche registri audio che testimoniavano le violenze sessuali compiute dallo stesso Jeff sulle mogli e su una dodicenne. Furono queste prove inconfutabili a condannarlo all’ergastolo e, vale la pena ricordarlo, Rebecca Musser si vestì di rosso durante la sua testimonianza.

E adesso? Esiste ancora la comunità?

Per farla breve, come abbiamo scritto sopra, sì, anche se è stata divisa in due cittadine. Continua a esserci una forte presenza di fondamentalisti ma per la prima volta la sindaca di Hildale, Donia Jessop,  non è affiliata alla FLDS (nonostante ci sia nata). Warren Jeff pare anche essere ancora il leader spirituale della comunità nonostante sia in carcere. Jeff ha assegnato il futuro ruolo di leader a uno dei suoi fratelli, Lyle.
Purtroppo, come si scopre alla fine del documentario, molti familiari di chi ha testimoniato, come la madre delle sorelle Wall, vivono ancora nella comunità e si rifiutano di lasciarla, tanto è stato potente l’indottrinamento subito negli anni.
Quindi sì, nel 2022, nel Paese che si professa “la più grande democrazia del Mondo”, esiste ancora una comunità in cui le donne sono sottomesse, sfruttate, private dei diritti e lasciate nell’ignoranza.

Per saperne di più:
– Elissa Wall racconta la sua storia nel libro autobiografico “L’innocenza rubata
– Anche Rebecca Musser racconta la sua storia nel libro “The Witness wore red
– Oltre alla visione del documentario vi consigliamo la lettura di “L’educazione” di Tara Westover che, nonostante sia ambientato in una famiglia mormona non fondamentalista (ma parecchio disfunzionale) spiega la sua difficoltà nel conseguire un’istruzione e la sua fuga dalla famiglia di origine.

Fonti:
Mormon Fundamentalism
Leader Poligamo condannato a 10 anni per stupro
Poligamia e malattie genetiche: la storia di Short Creek
YFZ Ranch
Short Creek Community


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